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Associazione Riaprire i Navigli


  • 28 febbraio 2000 - FINE DI UNA LEGISLATURA, AL DI LA’ DELLA PROPAGANDA I RISULTATI SONO MOLTO MODESTI - Roberto BISCARDINI, Avanti della Domenica

    Non posso fare a meno di dare un giudizio molto critico sull’attività svolta dalla Giunta regionale uscente. Ritengo in altre parole che Formigoni in questi cinque anni abbia fatto più propaganda che sostanza e questa Giunta abbia prodotto molto meno di quanto si voglia far credere.
    A riprova di questo giudizio invito le categorie che da questa Giunta si aspettavano molto a confrontare le cose fatte dalla Regione con il programma presentato da Formigoni al momento del suo insediamento.
    In sintesi, questa Giunta ha tentato di dare di sè una immagine forte ed efficiente, ma questa immagine non corrisponde alla realtà dei fatti.
    Per quanto riguarda le materie che conosco meglio, parlano di per sé i numeri. Poche sono state le risorse spese per l’adeguamento delle infrastrutture di trasporto stradali e ferroviarie. Fermi a tutt’oggi al palo sono rimasti i vecchi progetti che hanno tuttora una loro validità, ma ai quali è mancato il sostegno della Regione per essere avviati. Nulla di sostanzialmente nuovo è stato messo in cantiere.
    Come dire: il deficit infrastrutturale della Lombardia, con la Giunta Formigoni non si è ridotto neppure di un punto.
    Del sistema ferroviario regionale (SFR) la cui impostazione era ben chiara fin dai primi anni ’90, non se ne parla più. Il progetto di una grande rete ferroviaria regionale, già ben delineata dalla giunte precedenti, non viene neppure più menzionato e l’assenza d’iniziativa della Giunta nei confronti delle Ferrovie dello Stato e del Governo è stata plateale. Pochi passi avanti sono stati fatti nella direzione della realizzazione delle linee tranviarie e metropolitane progettate in passato e del nuovo Piano dei trasporti già definito nel ’91 è stato prodotto solo un paradossale ridicolo documento di indirizzi.
    Per quanto riguarda la rete stradale siamo ancora nel campo delle buone intenzioni.
    La grande viabilità non ha fatto passi avanti: un esempio per tutti è quello della Pedemontana che naviga ancora nella più grande confusione e, nonostante avessi proposto a Formigoni cinque anni fa un testo per introdurre in Lombardia il Projet financing (l’unico strumento che consentirebbe di mobilitare risorse private per rimettere in sesto l’intera rete stradale) di tutto ciò non se ne è fatto niente.
    Sul sistema aeroportuale siamo stati solo noi socialisti per anni a sostenere la necessità di aprire Malpensa ma di non chiudere Linate e di trasformare questo aeroporto in un moderno city airport. Non ho ancora capito per quale ragione Formigoni ci ha fatto perdere un sacco di tempo alleandosi prima con Burlando e poi con Alitalia che vuole e voleva dichiaratamente la distruzione dell’aeroporto Forlanini. Oggi le cose sembrano cambiate, Linate sembra salvo, e Formigoni primeggia in ipocrisia facendo finta di aver sempre sostenuto una linea che invece è stata da lui in passato duramente contrastata.
    Per quanto riguarda il settore dell’edilizia e lo sviluppo delle iniziative territoriali non si sono verificati fatti di straordinaria rilevanza. Non si è visto il ruolo attivo della Regione per realizzare in coordinamento con gli enti locali grandi interventi innovativi di riqualificazione urbana. Anche in questo settore è successo l’esatto contrario.
    La Giunta regionale ha brillato per assenza persino sulle questioni per le quali poteva dire autorevolmente la sua: sul Centro Direzionale di Milano ha rinunciato a sostenere nei confronti del Comune la cosa più scontata e peraltro già decisa vent’anni fa, mi riferisco alla necessità di realizzare sulle aree delle ex Varesine e sopra la stazione del Passante ferroviario il nuovo grattacielo della Regione ed intorno a questo grattacielo promuovere le altre iniziative di carattere terziario pubblico e privato.
    Non è intervenuta sul piano del recupero delle zone di Porta Vittoria. Ha buttato a mare il piano degli Interporti a partire da quello di Lacchiarella. Ha salvato un’ipotesi della Fiera a Rho-Pero fatto dalla Giunta Ghilardotti, scelta peraltro sbagliata, che non vedrà mai la luce e che si potrà fare solo se sui cittadini di Rho e di Pero varranno caricati i costi della congestione stradale, come sembra ormai chiaramente prospettarsi.
    A titolo personale riconosco ad alcuni consiglieri di maggioranza la sensibilità di avere approvato due leggi da me proposte più di cinque anni fa: quella dei Piani Integrati di Intervento per modificare le procedure urbanistiche e quella per il recupero dei Sottotetti che per anni era stata osteggiata da quasi tutte le forze politiche.
    Ma anche per quanto riguarda l’edilizia risulta oscuro il rifiuto della Giunta di procedere ad approvare le norme che avevo proposto per favorire anche finanziariamente, per le fasce più deboli, l’adeguamento tecnologico e la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente privato.
    Noi socialisti abbiamo cercato di svolgere, pur dall’opposizione, una forte iniziativa di proposta e nell’interesse della Lombardia abbiamo svolto un ruolo costruttivo, mettendo a disposizione la nostra esperienza amministrativa. Ma ci siamo scontrati con una logica di governo che non aveva dentro nessuna cultura di governo.

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