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18 giugno 2005 - Articolo per Il Riformista - Unità e poi autonomia nel centrosinistra
Che lo SDI post-ulivista stia cercando un nuovo assetto unitario fra socialisti è ormai scontato. Ma sulla circostanza che il suddetto assetto possa risultare non solo elettorale ma anche strategico, almeno al momento ci credono in pochi. Tra gli ottimisti c’è però il senatore dello SDI Roberto Biscardini, che esordisce così: “Il mio partito ha avuto due grandi meriti. Il primo è aver mantenuto aperta una prospettiva socialista nel centrosinistra quando non ci credeva più nessuno. Il secondo merito è non aver mai rinunciato all’unità di tutti i socialisti, anche se negli ultimi due anni il progetto è finito un po’ in secondo piano”.Colpa della lista unitaria, dice Biscardini: “Per fare il listone abbiamo pagato un prezzo altissimo, identitario ed elettorale. Alle ultime regionali, per esempio, abbiamo perso la nostra rappresentanza consiliare in Lombardia e Liguria”.Fatto sta che ormai la possibilità di un partito riformista non c’è più (“Semmai ci fosse veramente stata”), e nemmeno di Fed e Ulivo si parla più. Sostiene Biscardini: “Dobbiamo prendere atto che è cambiato tutto: una prospettiva socialista unitaria è obbligatoria. Oggi possiamo fare ciò che non riuscimmo a fare nel 1994”. Soprattutto, “l’unità è obbligata sia per superare la diaspora e rimettere in campo la questione socialista, sia per arrivare a una unità politico-programmatica che apra una prospettiva che non esito a definire liberatrice. In questi anni la parola riformismo è stata usata a sproposito da forze che volevano darsi un’identità che non avevano. Dobbiamo riappropriarcene, e per farlo bisogna che noi socialisti ci autonomizziamo, tutti assieme. Per questo aggiungo che non possiamo puntare su una semplice soluzione tattica, a un’aggregazione qualsiasi per superare lo sbarramento del 4% alle politiche del 2006. Tra l’altro, se ci uniti solo per questo, sono quasi certo che gli elettori ci punirebbero”. Insomma, “faccio mia la sintesi di Emanuele Macaluso: bisogna unire i socialisti per costruire una posizione autonoma nel centrosinistra”.Obiettivo mica facile, viene da commentare. Ma per il senatore socialista la resa vale l’impresa: “Guardi, il mio è un sentimento molto più diffuso di quanto si pensi, nel gruppo dirigente nazionale del mio partito come in quelli locali. E’ il sentimento chi non vuole rinunciare alla sua autonomia e identità. Insomma, è quello che chiede la maggior parte dei compagni”. D’altronde basterebbe verificarlo: “Per quanto mi riguarda, lancerei da subito una costituente socialista sul territorio, con tutti i socialisti naturalmente”. Perché è ovvio, aggiunge Biscardni, che “l’invito vale per tutti i compagni finiti sotto altre insegne negli ultimi dieci anni”. Dunque, “non è rivolto soltanto al Nuovo Psi. Anzi, sarebbe sbagliato condizionare il percorso unitario al negoziato con De Michelis. Questa autonomizzazione va fatta anche senza l’eventuale sostegno di Gianni”. Secondo il senatore socialista, infatti, è sbagliato attardarsi a spaccare il capello in quattro: “Abbiamo un obiettivo più importante: ristrutturare la sinistra italiana”.PS: salutato Biscardini, telefona in redazione Andrea Silvestrini. E’ il segretario dei giovani di Unità Socialista, il movimento guidato da Claudio Signorile. Ha letto l’intervista di ieri a Gianluca Quadrana e Lorenzo Pirrotta, rispettivamente segretari dei giovani di SDI e Psi . Tiene a dire che lui e i “suoi” militanti lavorano già da un paio d’anni per riunire i socialisti. E che puntano a farlo “in tempi rapidi”. Auguri. (c.p.) torna indietro »
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