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11 novembre 2005 - RIFORMISTI CONTRO OGNI CONSERVATORISMO, articolo per La Riniscita della sinistra
Lo Sdi ha aperto una fase politica nuova, che potrà avere effetti importanti non solo per la vita dei socialisti, ma per quella di tutta la coalizione e della sinistra democratica di questo Paese. La proposta dello Sdi di dar vita a una nuova forza politica socialista, laica e liberale che avesse come punto di forza l’unità dei socialisti ha trovato in pochi mesi importanti riscontri. Si è avviato il processo per la ricostruzione dell’unità dei socialisti, superando le divisioni maturate dal ’94 in poi. Bobo Craxi ha provocato la prima significativa rottura politica dentro la Casa delle Libertà, ha rotto con Berlusconi ed ha fatto proprio il progetto di unità socialista.
Il partito radicale, in parallelo, ha accolto la proposta dello Sdi, ha abbandonato il campo del centrodestra e si è fatto promotore insieme ai socialisti di una nuova formazione politica nel centrosinistra, che sarà presente nella competizione delle elezioni del 2006 con una propria lista. Alle prossime elezioni scomparirà il simbolo dello Sdi, che verrà sostituito con quello della “Rosa nel pugno”. Nuovo simbolo per i socialisti italiani, ma simbolo tradizionale per tanti socialisti in Europa e nel mondo e simbolo dell’Internazionale Socialista.Questa decisione, dopo anni di stagnazione, rappresenta la grande novità della politica italiana sia dal punto di vista politico che dal punto di vista elettorale. Alla vigilia di una decisiva campagna elettorale, che potrebbe sancire la fine del potere di centrodestra nel nostro paese e il superamento del sistema bloccato da un bipolarismo personalizzato, il disegno mai sopito dell’unità socialista riprende vita e si allarga.
Nasce una nuova forza politica socialista che, recuperando la tradizione gloriosa dei socialisti e dei radicali ma soprattutto la loro straordinaria cultura di governo dentro e fuori dalle istituzioni, colma un vuoto nella sinistra italiana. Importante dal punto di vista elettorale per la capacità di riportare nel campo del centrosinistra voti che finora erano nel campo avverso. Voti che potrebbero essere decisivi per il successo di tutta la coalizione.
Abbiamo messo le basi per la nascita di una nuova formazione socialista, che non si limita alla sommatoria di tutti coloro che finora vi hanno aderito, ma che vuole recuperare i consensi fra tutti quei socialisti che in questi anni si sono dispersi in altri partiti e soprattutto in Forza Italia, nei Ds o si sono rifugiati nell’astensione. Piaccia o non piaccia, si tratta degli orfani del Psi. Ma che vuole recuperare consensi anche oltre, rivolgendosi alle giovani generazioni e alla domanda di socialismo moderno che esse esprimano.
Come nel 1976, quando il Psi al Midas avviò una fase nuova e i socialisti si candidarono ad essere forza del cambiamento, della modernizzazione e della trasformazione della società italiana, così capita ai socialisti di doverlo fare ora e di impiantare nella sinistra una forza riformista e riformatrice contro ogni forma di conservazione.
Allora quella scelta trovò forza nella contrapposizione del nascente blocco moderato e consociativo, che poi si identificò nella politica del compromesso storico, nonostante la domanda di alternativa che era stata espressa dagli italiani con il voto a favore del divorzio nel ’74 e dal successo elettorale della sinistra alle regionali del ’75.
Ora questa nuova politica dei socialisti è la risposta ad altri pericoli, ma non molto dissimili da quelli di allora: il consociativismo che soffoca la democrazia, il corporativismo che soffoca le libertà, il confessionalismo politico che soffoca la laicità e il conservatorismo che soffoca la modernità.
E’ la risposta alla crisi del progetto dell’Ulivo, fallito il giorno in cui la Margherita interrompe quella prospettiva in nome di una posizione filo clericale, che si concretizza nell’obbedienza alle gerarchie vaticane scese in campo a favore dell’astensione. E’ la risposta alla crisi di prospettiva di un partito genericamente riformista. E’ la risposta alla debolezza strategica del partito democratico, che aleggia nella politica italiana dal 1993. E’ la risposta naturale ad una domanda di socialismo riformista, liberale e democratico che l’attuale struttura della sinistra non è in grado di soddisfare. E’ la risposta ad una domanda di laicità della politica italiana oggi non garantita né dalla destra né dalla sinistra.
In poche settimane la prospettiva di rilancio dell’iniziativa socialista, chiara sul piano politico e che va ben oltre un’alleanza elettorale, dovrà essere perfezionata sul piano organizzativo trasformando gli iscritti attuali dello Sdi, del Nuovo Psi e dei Radicali in nuovi militanti, volontari di un nuovo socialismo della libertà, della laicità e della giustizia, per far conoscere in ogni casa le nostre proposte.
Sarà perfezionata sul piano programmatico traducendo il nostro progetto in ricette socialiste affinché dentro un disegno politico complessivo ci siano risposte precise su tutti temi che riteniamo più urgenti. La difesa rigorosa della laicità dello Stato, la difesa della scuola pubblica, le battaglie per le libertà individuali e per la difesa dei diritti sociali, un progetto per lo sviluppo e per la crescita economica del paese, senza la quale non si può ridistribuire alcuna ricchezza, un progetto di giustizia sociale ed economica che combatta vecchi privilegi e vecchie incrostazioni. Un progetto per le nuove generazioni che dia ai giovani un futuro più sicuro, un lavoro più stabile e se flessibile non precario e con le dovute tutele sociali. torna indietro »
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