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28 dicembre 2005 - Articolo per il Giorno di Legnano a cura di Dario Gervasi
Le indagini della magistratura che hanno coinvolto Legnano non devono, nei limiti del possibile, arrecare ai suoi cittadini troppi danni, non devono danneggiare lo sviluppo, non devono penalizzare le attività economiche e commerciali, non devono rallentare i programmi in corso di realizzazione.
L’ho detto a caldo e lo ripeto oggi a mente fredda. Ciò può avvenire in due modi, o prevale la richiesta legittima del centrosinistra di ottenere con la mozione di sfiducia del sindaco nuove elezioni e quindi una nuova maggioranza oppure non c’è alternativa alla ricerca di un modo diverso di governare, diverso rispetto a ciò che è stato fino ad oggi.
Su questa giunta in passato hanno pesato due responsabilità principali, aver governato la cosa pubblica male e con troppa arroganza e di aver fatto scelte urbanistiche profondamente sbagliate. Nessuno mi convincerà mai della bontà del progetto dell’area Cantoni per fare solo un esempio. Ma detto questo, nel bene della città, toccherebbe ad una maggioranza certamente indebolita da queste ultime vicende trovare la forza per riaprire con la città, con le forze sociali e con l’opposizione un dialogo che finora è mancato. Anche questa giunta avrebbe da guadagnarci se sapesse amministrare il tempo che ha ancora a disposizione con uno stile di governo diverso, con più modestia, senza pensare di essere autosufficiente e senza chiudersi nel fortino di una maggioranza oggettivamente oggi più debole di prima.
Sono molto meravigliato che il sindaco non abbia sentito, dopo le recenti vicende, il bisogno di cambiare registro e di ricercare con l’opposizione un dialogo su basi nuove, come da più parte gli è stato chiesto. Sarebbe stato un segno di forza. E’ ridicolo mostrare i muscoli quando si è in difficoltà. Questa amministrazione già in deficit di credibilità rischia di perderla del tutto se non cambia il modo di governare e la città non ha nulla da guadagnare.
In attesa di una nuova maggioranza, propongo alla maggioranza uno scatto di orgoglio politico e senso di responsabilità. Se non lo fa è destinata a finire male.
Non ho capito invece il senso del cosiddetto “fronte civico”, perché non ho capito dove, come e quando dovrebbe entrare in campo. Se fuori o dentro le istituzioni. Se fuori o dentro i partiti dell’opposizione che già ci sono. Legnano non ha bisogno di sedicenti comitati di salute pubblica, ha bisogno di ritrovare lo spazio di un confronto politico sempre più alto, fuori dagli steccati della sola schermaglia di schieramento, un confronto allargato a chi ci sta. Se ci sono personalità che riscoprono la voglia dell’impegno politico ben vengano, ma mi auguro che ci avvenga fuori dalla logica dei comitati dell’antipolitica.
Sulle vicende giudiziarie è sempre bene mantenere la calma. La lotta politica è una cosa, l’uso strumentale o moralistico delle vicende giudiziarie per averne dei benefici politici più o meno immediati è semplicemente squallido. Lo dico da chi crede nel valore alto e nobile della politica. L’interesse per il bene comune viene sempre prima di ogni altra cosa o soprattutto prima dell’interesse di parte o di partito. Anche la storia recente ha dimostrato che la ruota gira e chi ha fatto il moralizzatore poi è stato moralizzato. Mi ritengo un garantisca non a targhe alterne, come ce ne sono tanti. Per garantismo intendo l’assoluta difesa dei diritti di ciascuno e per primo il diritto di rivendicare la propria innocenza fino a prova contraria. Ma la difesa dei diritti non è da confondersi con la difesa dei delitti e della illegalità. torna indietro »
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