Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 29 luglio 2005 - Atto n. 3-02242 - Esercizio delle funzioni di autorità di vigilanza della Banca d´Italia

    Seduta n. 858

    ZANDA , GIARETTA , MORANDO , CREMA , MALABARBA , BATTISTI , BISCARDINI , BONFIETTI , BRUTTI Paolo , CASTELLANI , CAVALLARO , DALLA CHIESA , DONADI , DONATI , FALOMI , FORMISANO , SODANO Tommaso , TREU , VICINI - Ai Ministri dell´economia e delle finanze, dell´interno e della giustizia. -
    Premesso che:

    l’attenzione dell´opinione pubblica e degli organi pubblici di vigilanza continua ad appuntarsi sulle tuttora non conosciute modalità di formazione dei patrimoni dei cosiddetti ”immobiliaristi” signori Danilo Coppola, Stefano Ricucci e Giuseppe Statuto, nonché sull´incidenza delle operazioni da costoro intraprese sulla stabilità dei mercati finanziari e, in particolare, sulla proprietà di importanti istituti di credito italiani e di imprese editoriali;

    risulta da numerosi atti formali che sia le Procure della Repubblica di Milano e di Roma sia la Consob hanno avviato negli ultimi mesi attività istruttorie volte a verificare il regolare svolgimento delle OPA promosse sempre negli ultimi mesi sul capitale azionario della Banca Nazionale del Lavoro e della Banca Antonveneta, nonché sulle operazioni a dette OPA connesse;

    a seguito delle risultanze delle indagini in corso, la Procura della Repubblica di Milano ha disposto il sequestro preventivo di un consistente quantitativo di azioni della Banca Antonveneta, avendo riscontrato, tra l´altro, l´esistenza di comportamenti della Banca Popolare di Lodi e del signor Stefano Ricucci volti ad eludere le autorizzazioni della Banca d´Italia e a fornire false informazioni alla Consob, nonché l´esistenza tra loro di un patto occulto con l’obiettivo di acquisire il controllo di Antonveneta;

    più specificamente la Consob, anche sulla base di indagini dell´Autorità giudiziaria, con atto di accertamento datato 22 luglio 2005, ha evidenziato il coinvolgimento del signor Stefano Ricucci in una serie di operazioni volte ad acquisire il controllo di Banca Antonveneta attraverso comportamenti che la stessa Consob ha definito irrituali e poco trasparenti e verosimilmente indirizzati a non far individuare in tali operazioni una connessione di obiettivi e di comportamenti tra lo stesso Ricucci e la Banca Popolare di Lodi;

    a seguito di accurate indagini ispettive la Consob, accertati molteplici riscontri oggettivi e sulla base di elementi caratterizzati da un elevato grado di certezza e di precisione, avrebbe provato l’esistenza di un patto parasociale occulto tra il signor Ricucci, la Banca Popolare di Lodi ed altri azionisti della Banca Antonveneta, finalizzato all’acquisto concertato di azioni ordinarie della stessa Antonveneta e all’esercizio anche congiunto di un’influenza dominante sulla Banca stessa;

    in particolare, la Consob ha anche rilevato che la Banca Popolare di Lodi avrebbe trasferito una somma di 100 milioni di euro alla società Garlsson, di fatto controllata dal signor Stefano Ricucci ed avente sede nelle Isole Vergini Britanniche;

    secondo quanto è emerso dalla documentazione raccolta dall’Autorità giudiziaria ed acquisita dalla Consob, il finanziamento summenzionato sarebbe avvenuto celando il rapporto di controllo del signor Stefano Ricucci nella Garlsson e fornendo, anzi, informazioni atte a sviare gli organi di controllo sulle reali finalità dell’operazione di finanziamento posta in essere dalla Banca Popolare di Lodi;

    la riferibilità della Garlsson al signor Ricucci è stata confermata in occasione di un suo incontro in Consob in data 7 luglio 2005 e delle successive audizioni dello stesso Ricucci (12 luglio 2005) e dell’Amministratore Delegato della Banca Popolare di Lodi, signor Gianpiero Fiorani (8 luglio 2005), con il chiarimento che la Garlsson, costituita a fine del gennaio 2005 per effettuare un’operazione immobiliare in Caorle, è posseduta al 100% dalla Magiste International, società controllata dal signor Ricucci;

    il signor Ricucci ha confermato alla Consob che la società Garlsson, da lui controllata, ha ricevuto dalla Banca Popolare di Lodi un finanziamento di 100 milioni di euro con il quale, unitamente a circa 50 milioni di euro di cassa della società, tra gennaio e marzo 2005, essendo apparsa non realizzabile l´operazione immobiliare a Caorle alla quale il credito era stato finalizzato, ha acquistato sui mercati finanziari circa 5 milioni di azioni della Banca Antonveneta;

    ulteriore riprova dell’esistenza di un patto parasociale del signor Stefano Ricucci con i vertici della Banca Popolare di Lodi è evidenziata dal ritrovamento presso la segreteria dell’Amministratore Delegato della stessa Banca, in sede di accertamento ispettivo condotto dalla Consob, di una bozza manoscritta dell´intervento che il signor Stefano Ricucci ha poi sviluppato in una successiva assemblea degli azionisti di Antonveneta;

    l’intenzione della Banca Popolare di Lodi di procedere all’acquisizione del controllo di Banca Antonveneta con atti in violazione della normativa vigente è confermata dall’esito di un distinto ed ulteriore atto di accertamento della Consob, sempre in data 22 luglio 2005, che ha evidenziato essere stata compiuta dalla Banca Popolare di Lodi un’operazione di illegittima interposizione ad un’OPA in corso mediante il rastrellamento di 100 milioni di euro di azioni Antonveneta ad opera di una società di gestione di fondi di investimento (MBI) con sede in Svizzera su mandato e finanziamento della Banca Popolare di Lodi;


    considerato che:

    l’esposizione dei fatti in premessa evidenzia di per sé rilevanti e gravi anomalie nella condotta di taluni operatori economici (ed, in particolare, del signor Ricucci in accordo con il top management della Banca popolare di Lodi) nelle operazioni relative alla acquisizione del controllo della Banca Antonveneta, condotte in manifesta violazione della normativa che nel nostro ordinamento disciplina lo svolgimento delle offerte pubbliche di acquisto;

    non a caso l’attuale esito di tale vicenda è rappresentato dal provvedimento di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria di una parte consistente del capitale azionario della Banca Popolare di Lodi;

    la conduzione nei mesi scorsi ad opera di alcuni dei soggetti sopra menzionati ed in particolare del signor Ricucci di un´ulteriore decisa azione volta al controllo della Banca Nazionale del Lavoro e cioè di una delle principali banche italiane, attraverso l´acquisizione da parte del signor Ricucci di una consistente partecipazione (pari al 4,9%) di detta banca ed il collegamento pubblico e formale di tale partecipazione con altre partecipazioni di altri azionisti all’interno di un ampio ”contropatto”, successivamente interamente alienato ad altre imprese, pone il problema dell´effettiva sussistenza al momento in cui tale operazione venne sviluppata dei necessari requisiti di trasparenza, affidabilità e onorabilità richiesti dalla normativa bancaria non solo agli azionisti della Banca Antonveneta ma anche ai partecipanti di quello che a suo tempo è stato definito il “contropatto” della Banca Nazionale del Lavoro ed al quale partecipava il signor Stefano Ricucci,


    si chiede di sapere:

    quali valutazioni - ed eventualmente quali determinazioni - siano state adottate dal Governo, nell´esercizio della sua funzione di autorità creditizia (ai sensi dell´articolo 2 del decreto legislativo n. 385 del 1993), in ordine alle vicende sopra descritte e agli effetti che hanno determinato e possono nel futuro ancora determinare sulla stabilità ed affidabilità del mercato creditizio nazionale;

    in particolare, se le citate risultanze degli atti di accertamento della Consob e delle indagini dell´Autorità giudiziaria sulla vicenda della scalata della Banca Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi siano state debitamente valutate dall´Autorità di vigilanza del settore bancario, con riguardo alle effettive condizioni di legalità e trasparenza delle operazioni finanziarie condotte dai soggetti coinvolti negli accertamenti;

    se risulti al Governo che la Banca d’Italia abbia rilevato connessioni personali rilevanti ai fini dell’esercizio delle sue funzioni di autorità di vigilanza, ovvero analogie nei comportamenti censurati dalla Consob e dall’Autorità giudiziaria, tali da collegare le modalità di svolgimento dell’OPA che sta interessando l’azionariato della Banca Antonveneta con quelle che hanno caratterizzato l’OPA della Banca Nazionale del Lavoro;

    a questo proposito, considerato il ruolo decisivo svolto dal signor Stefano Ricucci e dagli altri azionisti a lui collegati nelle vicende che hanno caratterizzato l’evoluzione della OPA del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA) sulle azioni della BNL, se il Ministro dell’economia e delle finanze, alla luce dei fatti accertati nei mesi scorsi dalla Consob e dall’Autorità giudiziaria, non ritenga indispensabile sollecitare la Banca d’Italia affinché confermi l´effettivo possesso da parte del signor Ricucci, nel tempo in cui compariva tra i più rilevanti azionisti della BNL, dei requisiti d’onorabilità richiesti dalla legislazione bancaria per i partecipanti al capitale delle banche (ai sensi dell´articolo 25 del decreto legislativo n. 385 del 1993), così riconfermando il regolare svolgimento della citata OPA sulle azioni della BNL;

    infine, se il Governo non ritenga indispensabile fornire una sollecita e dettagliata informativa al Parlamento sui fatti sin qui segnalati, considerata la massima rilevanza, ai fini dell´attività parlamentare di controllo e sorveglianza democratica, di questioni riguardanti direttamente non solo le garanzie di stabilità e affidabilità del sistema bancario, ma anche - come evidenziato dal coinvolgimento dei medesimi soggetti nelle operazioni finanziarie tuttora in atto sul gruppo che controlla il principale quotidiano nazionale - le garanzie di libertà e indipendenza della stampa nazionale.

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