Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 21 settembre 2005 - Atto n. 3-02270 - Sollecito per assunzione informazioni su Ricucci

    Seduta n. 866

    ZANDA , GIARETTA , PASSIGLI , SODANO Tommaso , CREMA , DE PETRIS , BATTISTI , BISCARDINI , DALLA CHIESA , CASTELLANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell´economia e delle finanze, della giustizia e dell´interno.

    Premesso che:

    le recenti vicende, anche giudiziarie, che hanno investito alcuni dei protagonisti delle scalate a due banche italiane (BNL e Antonveneta) e al gruppo editoriale che controlla uno dei principali quotidiani nazionali (RCS-Corriere della Sera) hanno suscitato, tra l’altro, legittimi interrogativi sull´origine del patrimonio personale di alcuni dei soggetti coinvolti, e in particolare sulle modalità del rapidissimo arricchimento e della conseguente ascesa ai vertici della finanza nazionale del signor Stefano Ricucci, un imprenditore la cui carriera di immobiliarista risulta iniziata solo a metà degli anni ´90, nel territorio circostante il suo comune natale (Zagarolo-San Cesareo, in provincia di Roma), con la realizzazione di alcune villette attraverso l´accensione di mutui edilizi della Banca di Roma;

    lo stesso signor Ricucci, fino all´epoca dell´avvio della sua carriera di immobiliarista, aveva svolto l´attività di odontotecnico, nel corso della quale aveva subìto da parte di suoi pazienti una denuncia per truffa nel 1986 e una successiva denuncia per esercizio abusivo della professione dentistica nel 1989;

    sono ormai pubblici, in termini estremamente dettagliati, alcuni particolari aspetti degli esordi della trasformazione delle attività del signor Ricucci dal settore odontotecnico a quello “immobiliaristico-finanziario”, comprese le vistose anomalie e ”coincidenze” che hanno segnato l´evoluzione della sua esposizione debitoria nei confronti delle banche;

    nel 1995 - anno in cui il reddito dichiarato dal signor Ricucci non raggiungeva i cinque milioni di lire e allorchè i suoi quattro conti correnti con la Banca di Roma risultavano in rosso per un totale di 2,3 miliardi di lire - l´imprenditore romano trovava consistente credito presso una piccola banca settentrionale a vocazione territoriale, la Banca Agricola Mantovana (BAM). In particolare, nel 1995, sul conto BAM n. 69578 intestato al signor Ricucci è stata effettuata un´operazione di pronti contro termine di 5 miliardi di lire con una esposizione complessiva di 8,5 miliardi;

    nell´anno successivo, 1996, nonostante il signor Ricucci fosse per la Banca Agricola Mantovana un cliente fuori piazza (non svolgeva alcuna attività nel Mantovano) lo stesso apriva presso la BAM due nuovi conti (nn. 80461 e 80462) sui quali i suoi debiti a breve termine salivano a 13 miliardi di lire su 18 totali, per crescere ancora nell´anno 1997 in coincidenza con lo sviluppo di nuove operazioni finanziarie;

    nel 1998, con un´ apertura di credito per 15 miliardi di lire (conto n. 4778K), il signor Ricucci avvia una nuova collaborazione con la Banca Nazionale dell’Agricoltura (BNA), collaborazione che produce presto una posizione debitoria di circa 80 miliardi di lire nei confronti del sistema bancario, parzialmente garantita da ignoti terzi fideiussori;

    appare anomalo il ruolo della Banca Agricola Mantovana che nel 1995, 1996 e 1997 costituisce il primo finanziatore delle operazioni di trading borsistico del signor Ricucci, in evidente contraddizione con le politiche di credito tipiche di un istituto bancario vocato, per statuto, al sostegno produttivo del proprio territorio;

    egualmente, a partire dal 1998 appare anomalo il comportamento della Banca Nazionale dell´Agricoltura (BNA), dimostratasi improvvisamente disponibile ad aprire una cospicua linea di credito al signor Ricucci, senza che, prima di quella data, da parte dello stesso risulti essere stato instaurato alcun rapporto o contatto con l’Istituto;

    nel 2000, con modalità del tutto analoghe, il signor Ricucci, il cui reddito personale per il 1999 era ancora di soli 100 milioni di lire, ottiene un´ulteriore apertura di credito, per circa 20 miliardi di lire, presso un´altra banca, la Banca Cariverona, ancora una volta senza alcuna apparente giustificazione per un così rilevante e repentino impegno creditorio da parte di una Cassa di risparmio a dimensione locale nei confronti di un cliente nuovo e fuori piazza;

    l´unico, ma decisivo, elemento di continuità ravvisabile in tali episodi è costituito - secondo la ricostruzione sin qui ricordata e ormai ben conosciuta dalla pubblica opinione per essere stata dettagliatamente descritta sull’edizione del 12 settembre 2005 del ”Corriere della Sera” - dalla presenza, nel management delle banche creditrici del signor Ricucci, del banchiere Massimo Bianconi, che dal 1995 è stato condirettore generale della Banca Agricola Mantovana, dalla primavera 1998 amministratore delegato della Banca Nazionale dell’Agricoltura e nel 2000 direttore generale di Cariverona;

    superata la primissima fase delle attività “immobiliari-finanziarie” (fase, peraltro, durata solo pochi anni), secondo quanto dichiarato dallo stesso signor Stefano Ricucci alla Consob (e come risulta dall’Atto di accertamento Consob in data 22 luglio 2005) gli affidamenti concessi a suo favore dall’intero sistema bancario nazionale vanno ben al di là dei tre istituti sopra nominati (BAM, BNA e Cariverona) e riguardano anche Banca Intermobiliare, Unicredit, Banca Carige, Meliorbanca, Banca Popolare di Lodi, BPL Suisse, Deutsche A.G., Société Générale, Banco di Sardegna, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Vicenza,


    si chiede di sapere:

    se il Governo, nell´esercizio delle funzioni di autorità creditizia che l´ordinamento riconosce direttamente al Ministro dell´economia e delle finanze e al Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR) dallo stesso Ministro presieduto, abbia sinora ritenuto di acquisire, ovvero intenda sollecitamente assumere informazioni, anche per il tramite della Banca d´Italia, sulle circostanze e le modalità di accesso al credito del signor Stefano Ricucci a partire dall´ambito delle vicende in questa sede segnalate;

    in particolare, se consti al Governo se le autorità di vigilanza non abbiano riscontrato come anomala la successiva apertura di nuove consistenti linee di credito al signor Ricucci in diversi istituti di credito ubicati in diverse aree del territorio nazionale e tra loro unicamente collegati (almeno per quel che riguarda BAM, BNA e Cariverona) dal passaggio da una banca all´altra del manager bancario signor Massimo Bianconi;

    se consti, inoltre, se per ciascuno degli affidamenti di cui è risultato beneficiario il signor Ricucci le autorità di vigilanza competenti abbiano compiutamente verificato l´effettiva sussistenza al momento dell’erogazione dei crediti di condizioni di garanzia adeguate alla natura e alla misura degli stessi affidamenti;

    se il Governo, interpellata la Banca d’Italia, non ritenga tali accertamenti indispensabili ai fini della verifica sulla correttezza e trasparenza delle operazioni finanziarie condotte dal signor Ricucci attraverso l´accesso al credito bancario, azioni che a ben considerare hanno avuto un peso decisivo nel determinare gli avvenimenti che hanno sconvolto negli ultimi mesi l’azionariato di BNL e Antonveneta sino a deciderne l’assetto proprietario finale, hanno influito in misura determinante sull’esito di due importanti OPA ed hanno pesantemente incrinato la credibilità della Banca d’Italia;

    se il Governo sia a conoscenza, ai fini di una più generale verifica, dell’efficacia delle metodologie di vigilanza utilizzate dalla Banca d´Italia sulle condizioni di stabilità e affidabilità del sistema bancario nazionale e degli effetti che il loro buon funzionamento è in grado di produrre sulla sana e prudente gestione dei singoli istituti vigilati, con particolare riguardo ai requisiti richiesti per l’ammissione al credito di imprenditori sprovvisti di adeguate garanzie fideiussorie e assolutamente mancanti di qualsiasi credito personale;

    inoltre, se al Governo consti in base a quali indirizzi e direttive interne, impartiti negli ultimi tredici anni dal Governatore e dal Direttore generale, la Vigilanza e la Centrale rischi della Banca d´Italia hanno concretamente operato al fine di prevenire il verificarsi dei casi segnalati, e in particolare la possibilità che imprenditori quali il signor Ricucci, seguendo una propria strategia personale, arrivino ad ampliare a dismisura la propria posizione debitoria nei confronti del sistema bancario nazionale, potendo rivolgendosi di volta in volta a questo o a quell’altro Istituto di credito in relazione all’evoluzione dei propri rapporti personali.

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