Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 16 febbraio 2015 - INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21 SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 16 FEBBRAIO 2015 - Progetto riapertura Navigli da presentare ai visitori in occasione di Expo.

    INTERVENTO AI SENSI DELL’ART. 21
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 16 FEBBRAIO 2015
    Omissis
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    PRESIDENTE RIZZO: La parola al Consigliere Biscardini.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie, Presidente. In un’Aula tendenzialmente distratta volevo spezzare una lancia per quanto riguarda un tema discusso la settimana scorsa in una Commissione, insieme alla Consulta dei Referendum, e ieri ripreso ampiamente da una grande pagina di un giornale milanese. Mi riferisco in modo particolare al tema dei Navigli. L’articolo di ieri ricorda, grosso modo a 75 anni dalla loro chiusura, il fatto che questa chiusura avvenne per ragioni cosiddette “sanitarie”. Poi una scrittrice francese, l’unica forse che ha fatto una vera ricerca negli archivi del Comune di Milano e che insegna alla Sorbona, in un recentissimo libro ha spiegato che le ragioni erano fondamentalmente immobiliari.
    La chiusura voluta dal Fascismo del ’29 era una ragione dettata dal fatto che per certi versi, giustamente, quella cerchia dei Navigli era caratterizzata da magazzini, luoghi in cui si ricoveravano legna e carbone e giustamente la pressione immobiliare era quella che ha fatto sì che questi Navigli fossero chiusi, gabellando il fatto che l’acqua fosse sporca, ma quando poi noi andiamo a vedere i nostri quadri dei Navigli vediamo che in quell’acqua le lavandaie lavavano i panni, la gente pescava e altri ancora facevano il bagno, quindi così sporca non era. Fu la propaganda fascista a dire che l’acqua era sporca e che bisognava chiuderli.
    Colgo l’occasione per dire che lunedì prossimo, proprio qui, a Urban Center, nell’associazione che ho l’onore di presiedere verrà presentato un libro al quale abbiamo lavorato per quasi due anni che spiega le ragioni strategiche del perché si può oggi tentare di riaprirli, non tanto per ripristinare un’opera del passato, ma quanto per cercare di costruire una città nuova, una città moderna, una città che recupera l’acqua. Purtroppo, ultimo argomento, sollevato anche dalla Commissione della scorsa settimana, questa prospettiva, anche salutata positivamente da Pisapia, inserita nel PGT del Comune di Milano, non ha trovato grande fortuna perché si è imbattuta, malauguratamente, nella vicenda delle cosiddette “Vie d’Acqua dell’EXPO”.
    Ne parlo oggi, forse per la prima volta, mi sono sempre tenuto lontano perché poi i cittadini non capiscono niente e quindi confondevano le cose, per cui si gabellava una cosa da non fare, cioè le Vie d’Acqua dell’EXPO, con una cosa da fare, cioè la riapertura dei Navigli. La dico così perché vorrei trasmettere alla Giunta un messaggio: tutti coloro che verranno a Milano per l’EXPO non vedranno i Navigli riaperti, però potrebbero vedere, questo è il senso del nostro sforzo, che il Comune di Milano ha in animo di riaprirli, potrebbero capire il valore di questo grande progetto, potrebbe essere già il progetto, come dire, un investimento che Milano fa verso il mondo perché non c’è dubbio che riaprire i Navigli che il Fascismo ha chiuso 75 anni fa, oggi, per il bene della qualità urbana, per il bene di tutti i cittadini, non solo per il centro storico, ma anche quelli delle periferie perché ci potrebbero guadagnare tutti in questo senso, potrebbe essere il lascito.
    Mi piacerebbe, sarebbe per me una grande soddisfazione che magari l’EXPO avesse, e questo è il messaggio che do, la possibilità di far capire al mondo che l’opera è certamente ancora da perfezionare, da studiare, da finanziare, ma Milano non esclude l’ipotesi che i Navigli possano essere riaperti e quindi mette nel conto un grande progetto e una grande prospettiva.
    Per cui tre temi: la chiusura di allora che non fu salutata con grande contrapposizione da Milano, perché c’era il Fascismo, il clima non lo consentiva. Troppi intellettuali, forse lo dovremmo ricordare qua, Carrà, fu uno dei più grandi avversari del Fascismo su questa chiusura, ma molti altri intellettuali seguirono l’onda di Marinetti, della velocità, questa maledetta parola che oggi va di moda. Fare tutto velocemente, invece velocemente si è distrutto un pezzo della città e che oggi dobbiamo, con calma, ricostruire.
    PRESIDENTE RIZZO: Grazie, consigliere Biscardini.
    Omissis

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