Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 01 luglio 2013 - Dibattito sulla deliberazione N/132 – “Approvazione dell’integrazione ed attuazione degli indirizzi per la determinazione degli interventi da realizzare nell’ambito dell’area in via Breda/P.to Corsini con azionamento “SC” (aree per spazi pubblici o riservati alle attività collettive a livello comunale) del previgente P.R.G. di cui alla variante approvata con Deliberazione Consiliare 13.6.2005 n,. 41”.

    Il Vicepresidente Fanzago così interviene:
    ”Grazie. Prego consigliere Biscardini”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    ”Grazie Presidente. Non c´è dubbio che questa delibera possa aprire un dibattito su vari fronti, anche se la delibera, per la verità, è molto circoscritta e ben precisata, ma apre e tiene aperto il dibattito sul tema delle residenze universitarie. L´assessore De Cesaris sa, il consigliere Barberi sa che abbiamo già in programma, come commissione urbanistica, di fare una riunione apposita sulla capacità che questa amministrazione avrà o non avrà di affrontare il tema delle residenze universitarie. È un tema complesso. Nel passato le uniche vere residenze universitarie che si sono riuscite a realizzare, sono state realizzate o dall’Università direttamente o dai vecchi ISU come stazioni appaltanti di queste opere, con contributi cospicui, molto cospicui della Regione Lombardia. Probabilmente negli anni in cui si è discussa questa delibera, io non c’ero, si è un po’ peccato di demagogia, nel pensare che delle case universitarie con affitti relativamente bassi, potessero essere realizzate da privati. Ma non entro nel merito, discuteremo anche questo in discussione urbanistica. Nello specifico noi ci troviamo di fronte ad un’altra fattispecie di problema. Noi abbiamo delle case che la precedente Giunta aveva, in qualche modo, orientato, perché fossero i cosiddetti studentati che oggi, di fatto, sono degli immobili abbandonati, anzi, alcuni di questi, o per esempio, Via Malipiero, via Oglio o altri sono ormai immobili abbandonati a rischio sicurezza, nel senso che, ormai, sono invasi da persone in cerca di una abitazione di fortuna e occupano degli scheletri di uno o due piani, privi di interventi avviati e non conclusi; addirittura, in alcuni casi con fallimento di aziende che avevano avviato questi interventi. Non è il caso questo, ma ci sono anche casi più complessi. Quindi, mi sembra che oggi stiamo affrontando il problema che semmai è doveroso lo dico al consigliere Rizzo che è quello di tentare di affrontare il tema che tenere così in eterno degli immobili abbandonati in una condizione di incuria non va bene, bisogna tentare di risolvere il problema. Nel caso specifico, ma non è solo specifico perché penso che anche gli altri casi, forse, dovrebbero essere affrontati grosso modo nella stessa maniera, la possibilità di trasformare nella previsione di studentato in housing sociale, se ci sono le condizioni, se ci sono degli operatori che hanno intenzione di farlo perché purtroppo la crisi combatte anche quel tipo di settore, non combatte solo la logica degli studentati, bisogna tentare di verificare se ci sono queste condizioni e in quale modo poi l´amministrazione deciderà di convenzionare nuovamente questi interventi. Nel caso specifico, il consigliere Rizzo e rispondo a lui, perché prendo il suo intervento come un pretesto per fare un ragionamento più generale, pone un problema di cercare a tutti i costi di fare in modo che l’housing sociale, o la residenza sociale possa essere affrontata con particolare attenzione attraverso degli alloggi dati in affitto e non in vendita, ancorchè convenzionata ad un prezzo ridotto. Ecco questo è un altro argomento ancora è nel momento in cui decidiamo di realizzare degli interventi di edilizia sociale, noi purtroppo, mi spendo per questa interpretazione, l’edilizia sociale è tutta, in qualche modo, assimilabile all’interesse di natura pubblica, perché altrimenti non sarebbe tale, per esempio, la concessione di aree gratuite a cooperative che fanno alloggi che poi destinano ai propri soci in vendita. Quindi, fatto questo ragionamento per dire che io percepisco e capisco lo spirito con cui ha posto il consigliere Rizzo il problema, ma dobbiamo capire se oggi, in questo particolare momento, il tentare comunque di realizzare alloggi in edilizia sociale non risponda ad un interesse pubblico che poi sia affitto o edilizia agevolata e convenzionata, quindi, in vendita ma a prezzo convenzionato, a mio avviso, come dice tra l´altro il PGT, fa parte di una unica grande categoria che è l’edilizia sociale residenziale. Nello specifico poi l´area era pubblica come ricordava Rizzo, l’operatore restituisce un certo numero di metri quadri che ritorneranno ad essere verde pubblico. C’è una particolare attenzione per recuperare il significato pubblico dell´opera, mi limito a dire che in questa fase stiamo facendo una delibera di destinazione d’uso, poi ci sarà il tema del convenzionamento. Però nel momento in cui decidiamo che va ben locuzione residenziale sociale, poi è in quell’ambito ci sono le possibilità di intervenire al 100%, al 30%, al 20, a seconda di quanto il convenzionamento renderà possibile l´intervento, ma guai se non dicessimo, lo dico all’amico Rizzo, non ritenessimo che tutta l’edilizia residenziale ha una componente sociale pubblica non solo quella in affitto. Lo dico perché è un problema di orientamento politico in una particolare fase anche della vita politica ed economica della città, poi ho portato l´esempio delle cooperative nel momento in cui le cooperative sono tali sia che fanno l’indivisa sia che fanno la divisa, sono tutte riconosciute pubbliche al punto che la 167 gli riconosceva l´assegnazione gratuita delle aree per realizzare edilizia residenziale cooperativa anche a proprietà divisa, questo volevo. È un tema molto interessante, posso essere d´accordo con lui che in questo momento è più importante avere l’affitto che l’edilizia in proprietà, però c´è un mercato anche dell’edilizia in proprietà a basso costo al metro quadro che è proprio l’edilizia convenzionata. Questo è lo spirito di questa delibera”.

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