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  • 15 settembre 2014 - INTERVENTO SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 15 SETTEMBRE 2014 “Le elezioni per il Consiglio della Città Metropolitana”.

    INTERVENTI IN BOZZA
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 15 SETTEMBRE 2014

    omissis

    Dibattito: “Le elezioni per il Consiglio della Città Metropolitana”.

    Il Presidente Rizzo così interviene:
    “La parola al consigliere Biscardini. Il gruppo a cui fa parte il consigliere Biscardini ha diritto a 7 minuti”.
    Il consigliere Biscardini così interviene:
    “Credo che in questi giorni, a 15 giorni dal voto del 28 settembre, bisognerebbe riflettere sul significato di questa fase che è una fase costituente di una nuova istituzione del Paese.
    Faccio fatica a pensare che le istituzioni nascono nel quieto vivere, non ho mai visto un’istituzione in un Paese nascere così, di solito nascono nel sangue. Stiamo parlando dell’abolizione della Provincia nata con il Governo Cavour, pensiamo di sostituire quell’istituzione durata 150 anni. Sappiamo la fatica che hanno fatto i Comuni a nascere e sappiamo la fatica che, nel dopoguerra, abbiamo dedicato per far nascere le Regioni.
    Non ci credo assolutamente che la città metropolitana possa nascere in questo clima, nel clima della tensione dei Consigli comunali e dei Sindaci che non sono presenti, ma non è una loro responsabilità, bisogna domandarsi il motivo per il quale non sono qui. Se un’istituzione non nasce nella partecipazione di chi è protagonista o dovrebbe essere protagonista del processo, nella nascita dell’istituzione nessuno si scalda i cuori e i rischi sono moltissimi. Dobbiamo domandarci anche come mai sono passati 24 anni e nessuno ha sentito il bisogno di discutere approfonditamente in modo civile sulla formazione di una nuova istituzione.
    Nasce perché abbiamo una legge di dubbia costituzionalità, con un po’ di circolari, magari qualcuna uscirà in questi 15 giorni; nasce un’istituzione in virtù di circolari. È preoccupante.
    Dobbiamo cercare di recuperare perché, come è stato detto, la città metropolitana può essere una grandissima opportunità, ma per essere un’opportunità deve nascere bene, deve nascere soprattutto sulla base della responsabilità. Forse anche il Sindaco di Milano non ci sta dando una mano a costruire con passione la nascita di questa nuova istituzione. Dovrebbe nascere sgombrando il campo dalla tendenza politicista, tecnocratica.
    Ho letto, su “Il Corriere della Sera” che, forse, dopo aver eletto il Consiglio metropolitano bisogna nominare un commissario straordinario per la gestione della città metropolitana. Cosa chiamiamo a fare, il 28 settembre, i nostri Sindaci e consiglieri a votare un processo già umiliante per certi versi e pieno di contraddizioni? Per me i Comuni sono tutti uguali, la dignità dei Comuni è sempre uguale, indipendentemente dalla loro grandezza, invece c’è il voto ponderale. È un obbrobrio. È un mostro questa cosa.
    L’assemblea dei Sindaci non conta più niente. Questo è il punto politico della questione, bisogna avere il coraggio di dire che dobbiamo far contare tutti i Comuni perché sono tutti uguali, tutti i Comuni hanno la stessa parità e la stessa dignità.
    Come articolo 1 dello Statuto metterei: “La città metropolitana è la sede dell’autogoverno dei Comuni”. Altrimenti arriva un commissario straordinario che governa, ma non garantisce l’autogoverno. In seguito bisogna risolvere i problemi imposti dalla logica della parità, quindi, capacità di lavorare pensando ad una prospettiva in cui la nuova opportunità data alla città metropolitana sia un’opportunità di partecipazione democratica dei Comuni e dei cittadini. Sono per l’elezione diretta del Sindaco e del Consiglio metropolitano fin dalla prossima tornata. Mi assumo la responsabilità di essere parte di questa maggioranza, dovevamo pensarci tre anni prima in modo che arrivavamo pronti alla scadenza che ci è imposta dalla legge 56. Dobbiamo trovare il modo di proiettare questa prospettiva in una visione di partecipazione, non di impossibile e praticabile neocentralismo istituzionale.
    Il pericolo di un neocentralismo c’è sia nelle sue forme organizzative che politiche. Per non essere una Milano centrica bisogna avere una Milano capace di ragionare non nella logica del Milano centrismo che spesso è stato fatto anche senza avere bisogno della città metropolitana. L’elezione diretta bisogna farla perché non è detto che il Sindaco di Milano debba essere il Sindaco della città metropolitana. Non si deve distruggere, con la città metropolitana, l’identità dei Comuni. Guai a semplificare i processi perché i processi sono molto più complessi, le geometrie dei problemi sono geometrie variabili, alcune sono intercomunali, altre sono metropolitane, altre sono addirittura di carattere regionale.
    Pesano sul percorso che abbiamo costruito molte responsabilità di carattere democratico, siamo affinché la democrazia prevalga e non sia schiacciata perfino dalle circolari applicative della legge”.
    omissis

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