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ROSA NEL PUGNO. DOPO IL VOTO L’UNICA COSA SERIA E’ L´ASSEMBLEA COSTITUENTE - Sabato, 17 Giugno 2006
”Dopo il voto e soprattutto dopo l´eventuale vittoria del No bisogna avere il coraggio di rimettere la stagione delle riforme istituzionali nelle mani di una assemblea costituente eletta direttamente dal popolo fuori dalla logica del sistema bipolare.”
Lo sostiene l´ex senatore della Rosa nel Pugno Roberto Biscardini che ha aggiunto:
”Questo è l´unico modo per non chiudere la stagione delle riforme e per non interpretare un giusto e doveroso No ad una legge ”porcheria” come un si ad una posizione conservatrice di difesa ad oltranza dell´attuale Costituzione.”
Biscardini su una posizione molto diversa da quella espressa oggi dall’ex presidente Scalfaro aggiunge:
“Nella costituzione vigente non c’è scritto che l’unico modo per modificarla è quello dell’artico 138. Spetta alla politica decidere e di fronte ai fallimenti delle bicamerali e poi ai fallimenti dei tentativi per via parlamentare, dire no ad una assemblea costituente è solo pura conservazione, nostalgia del passato per impedire un confronto serio sulla sua revisione.”
Prosegue Biscardini della Rosa nel Pugno:
“L´assemblea costituente si giustifica oggi come in passato per molte ragioni e per questo anche nella scorsa legislatura molti deputati e senatori presentarono disegni di legge per la sua istituzione.
L’assemblea costituente consente in modo corretto di riportare la riforma costituzionale nell´ambito proprio del sistema proporzionale, così come fu fin dalle sue origini, ma soprattutto rappresenta l´unica via onorevole a tutti due i poli di mettere in evidenza le loro diversità di opinione senza bisogno di spaccarsi politicamente.
E ciò vale in particolare per l´Unione che ha un assoluto bisogno di non far ricadere sull´attività di governo le profonde divergenze interne sui temi delle riforme.
Insomma l´assemblea costituente rappresenta l´unica strada percorribile per arrivare ad una riforma istituzionale non a colpi di maggioranza, ma contando su alleanze trasversali più o meno grandi, quanto assolutamente necessarie, senza che queste alleanze producano troppi danni all´attuale bipolarismo e all´attività ordinaria del parlamento e del governo.”



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