Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli


  • 23 giugno 2000 - NASCE IL COORDINAMENTO DEL NORD ITALIA DELLO SDI. Relazione di Roberto BISCARDINI, Milano, Sala del Consiglio Regionale

    Scopo principale: avviare tra di noi un confronto sui problemi principali che
    caratterizzano “la questione settentrionale” che oggi è diventata sempre più una questione politica nazionale. L’alleanza Polo e Lega, proprio a partire dal nord, rischia non solo di omologare le nostre Regioni al centrodestra ma anche di cambiare radicalmente gli equilibri politici del Paese.
    Come già si è verificato nelle elezioni regionali del 16 aprile la forza di queste alleanze tende ad estendersi verso il centro sud e conquista sia al nord che al centro, che al sud, pur in proporzioni diverse, fette consistenti di un elettorato che tradizionalmente stava a sinistra.

    - E’ un’iniziativa del Partito per rafforzare la nostra organizzazione a livello nazionale con l’obiettivo di dare un contributo al dibattito che sarebbe bene che si aprisse anche nel centrosinistra, per rimontare una sconfitta a partire dalle cause vere, prima fra tutte l’incapacità della sinistra di rappresentare gli interessi del nord.

    L’obiettivo infine della riunione di oggi individuare una scaletta dei problemi e
    definire un’agenda di lavoro per quanto riguarda l’iniziativa del nostro partito nelle Regioni.

    Gli Statuti.

    La legge di riforma costituzionale, approvata forse fin troppo rapidamente dal
    Parlamento nel novembre scorso, ha aperto il nuovo corso delle Regioni italiane, ma la sua gestione non sarà semplice né dal punto di vista politico né da quello istituzionale.
    La questione è molto più complessa di quanto non appaia.
    I Consigli regionali dovranno approvare prima di tutto (a maggioranza assoluta dei loro componenti!) i nuovi Statuti con lo scopo di determinare la forma di governo delle loro Regioni (cosa di non poco conto) oltre ai principi fondamentali di organizzazione e funzionamento.

    Su questo punto mi limito a dire oggi che sarebbe bene raccogliere intorno a noi alcuni esperti per definire l’ordine delle priorità politiche e per verificare se ci sono le condizioni per assumere la stessa posizione politica in tutte le Regioni.

    Intanto si può dire che oltre alla forma di governo (non di immediato interesse per i cittadini) sarà importante, partendo dagli interessi più generali dei cittadini, affrontare decisioni più concrete prendendo l’occasione degli Statuti per avviare una riflessione seria sul ruolo delle Regioni a 30 anni dalla loro nascita.
    Bisogna cogliere questa occasione per fare il punto sul funzionamento delle macchine regionali che certamente non godono di buona fiducia da parte dell’opinione pubblica.
    In questi giorni si è parlato di pericolo circa un nuovo centralismo politico delle Regioni, ma dopo il passaggio di deleghe e competenze dallo Stato c’è anche da affrontare il tema di una macchina regionale spesso elefantiaca, sempre più grossa, con una burocrazia sempre più debole e con la tendenza a delegare funzioni ingovernabili o persino ad abbandonare competenze proprie.

    Sempre in materia statutaria si tratta di non farci travolgere da una riformamania,
    perché secondo il parere di alcuni esperti già oggi, anche senza gli obblighi costituzionali, occorrerebbe una riforma degli Statuti che regoli in modo diverso il rapporto tra Regione ed enti locali per esaltare veramente il ruolo di questi ultimi, evitando che i Comuni e le Province siano solo i terminali di deleghe concesse frettolosamente senza preoccuparsi dei mezzi con i quali dovrebbero esercitarle.

    Federalismo

    Sul tema federalismo non si può accettare la logica secondo la quale si sarebbe già realizzato con la norma transitoria della Costituzione. D’altra parte di federalismo si poteva parlare veramente solo quando il Paese si sarà data una nuova Carta costituzionale.
    A questo proposito i socialisti è giusto che non dimentichino la proposta originaria che prevedeva l’elezione diretta di un’Assemblea costituente (oggi caduta un po’ di moda) che potrebbe invece essere eletta nel 2001 contemporaneamente all’elezione del Parlamento.

    Le riforme elettorali.

    Per quanto riguarda la legge elettorale è necessario aver chiaro che il modello
    presidenzialista regionale non è per nulla irreversibile così come non è per nulla irreversibile l’attuale modello elettorale, proporzionale con premio di maggioranza a sostegno di un sistema bipolare.
    Anche per le Regioni si potrebbe passare ad un proporzionale puro attuando il sistema tedesco non solo per l’elezione del Parlamento nazionale ma anche per i nostri landers.
    La legge di riforma costituzionale attribuisce ai Consigli questo straordinario potere e non ha introdotto un presidenzialismo regionale completo, ma un ibrido, infatti pur avendo tolto agli attuali Consigli il potere di fiducia al Presidente e alla sua Giunta, non gli ha tolto quello straordinario della sfiducia (pur reso difficile dal contestuale suicidio al quale andrebbe incontro il Consiglio regionale che decidesse di avvalersi di questo potere).

    Il potere dei Parlamenti regionali

    Infine c’è il problema politico principale che riguarda il rapporto tra potere
    esecutivo e potere legislativo delle Regioni.
    Non sono due questioni che possono camminare su binari separati, né si può assistere passivamente ad una tendenza a credere e ad una tendenza sostanziale che vorrebbe il rafforzamento dei poteri politici ed amministrativi dei Presidenti delle Giunte e ad un indebolimento del ruolo legislativo di indirizzo e di controllo dei Consigli.
    Noi siamo per rafforzare i poteri dei futuri Parlamenti regionali che dovranno gestire soprattutto l’attuale fase di transizione.

    La Conferenza dei Presidenti dei Consigli

    A questo proposito siamo per individuare un’iniziativa anche legislativa che consenta di istituire a livello nazionale una Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali che si rapporti in modo chiaro e formalizzato con i due rami del Parlamento superando l’attuale fase sostanzialmente volontaristica per evitare che siano gli stessi Presidenti delle Giunte ad interloquire con il Parlamento su materie di carattere legislativo.

    Conclusioni
    - Si istituisce il coordinamento dei Segretari regionali delle Regioni del nord Italia.
    - Si fissa una riunione del coordinamento per la metà del mese di luglio con un gruppo di esperti sul tema di Statuti e riforme elettorali delle Regioni.
    - Si da mandato ai segretari regionali di raccordarsi con i segretari del centro sud per promuovere una assemblea nazionale delle Regioni.

    torna indietro »